Contemplarci nello specchio del passato è un destino inesorabile? Questo libro spiega perché oggi proliferano i ''luoghi della memoria'', si cerca di ''far rivivere il passato'' e gli studi etnologici rivalutano il primitivo di società lontane nel tempo e nello spazio. Perché ''mettiamo in scena'' le rovine e non possiamo fare a meno di conservare il nostro patrimonio culturale. Alla conservazione dei beni culturali è affidato il mantenimento dell'ordine simbolico su cui si fonda il nostro vivere comune. Il culto degli oggetti del passato risponde al bisogno di scongiurare la minaccia che incombe sull'uomo moderno: la perdita del senso della sua continuità. In tempi di consumo culturale di massa, l'ossessione patrimoniale ci svela però una verità inquietante: sono gli oggetti che abbiamo pensato per una durevole e universale trasmissione a conservare noi, a pensarci. Mentre abbiamo già iniziato a realizzare copie fedeli di luoghi e oggetti d'arte instaurando con esse una relazione virtuale.